Non riusciamo a dire di no perché dentro di noi, non ci siamo autorizzati a riconoscere i nostri bisogni e a soddisfarli anche quando sono incompatibili con quelli dell'altro. In fondo, riconoscere di avere bisogni diversi dall'altro significa riconoscere la distanza che da questi ci separa.
Il no ci inchioda al senso di colpa di aver scontentato l'altro, obbligandoci a sopportare la delusione che gli abbiamo inflitto. Risveglia in noi l' antica paura di non essere apprezzabili o amabili. Come se questa parola avesse il potere di privarci del nostro valore agli occhi di colui al quale la indirizziamo.
Per questo a volte diciamo di sì, anche quando vorremmo dire di no. In questo modo cerchiamo di eludere la delusione dell'altro, ma incontriamo la nostra, perchè per accontentare lui, abbiamo scontentato noi.
Questo ci lascia un'amara sensazione, che è quella di chi non ha rispettato se stesso, di chi si è lasciato calpestare. Quindi ci arrabbiamo con noi stessi e con l'altro. E' un po' come se nel profondo gli rimproverassimo di averci chiesto qualcosa che non volevamo dargli, di avercela presa con la forza, di averci derubato.
Nel profondo ciò può farci sentire che occupiamo una posizione di inferiorità rispetto all'altro. La posizione di chi non può fare appello alla propria forza, alla propria libertà e al proprio diritto di fare ciò che vuole.
Lo psicologo può aiutare il soggetto ad esplorare e comprendere a fondo le motivazioni per cui non riesce a dire di no. Lo può sostenere nel percorso interiore per aiutarlo a riappropriarsi del diritto e della libertà di esprimere i propri bisogni, di riconoscerli come giusti e legittimi, e metterli a volte, davanti a quelli dell'altro, senza per questo sentirsi colpevole.